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Riprendiamoci il tempo lento: un manifesto per recuperare il blog

Negli angoli più marginali del web, lontano dalle atmosfere sfavillanti delle pagine dellə influencer, inizia a farsi sentire un forte malcontento nei confronti dei social media e delle loro dinamiche e, al contempo, si cercano spazi alternativi: dal fediverso, all’idea di recuperare i blog.

Perché l’internet che abbiamo conosciuto noi, venti e più anni fa, era un posto potenzialmente utile, divertente e fortemente democratico, in cui ognunə poteva ritagliarsi uno spazio e riempirlo di qualsiasi cosa volesse, in cui ognunə poteva stabilire nuove connessioni, solitamente alimentate da interessi e passioni comuni. I blog, i forum, i canali IRC hanno fatto quello che inizialmente, per un breve periodo, si sono proposti di fare i social network: permettere alla gente di incontrarsi, lavorare insieme, scambiarsi informazioni, fare rete, svagarsi. Con l’aiuto dei motori di ricerca o, semplicemente, saltando da un link all’altro, era possibile scoprire ogni giorno spazi nuovi, navigando tra webring, newsletter e mailing list.

 

Dai primi anni 2000, con l’aumentare della popolarità dei blog e con la nascita dei primi social network, però, sono cominciati ad aumentare gli spazi pubblicitari, banner e pop-up dappertutto. Quelli che erano nati come strumenti per la connessione delle persone, per fare social networking, appunto, sono diventati – sempre di più e sempre più velocemente – social media. La diffusione degli smartphone, se da un lato ha dato la possibilità a molte più persone di accedere alla rete, dall’altro ha contribuito al proliferare dei social e delle app, che si sono diffusi soffocando gli spazi personali che li avevano preceduti. I forum sono stati sostituiti dai gruppi su Facebook, i canali IRC praticamente abbandonati, i blog hanno annaspato, schiacciati dalle pagine personali di Facebook e Instagram, molto più facili da gestire. La serendipità che caratterizzava buona parte delle scoperte di nuovi spazi virtuali si è persa completamente, sostituita dai “suggerimenti” che un algoritmo calcola meticolosamente basandosi sulle nostre abitudini.

Così, da creatorə di contenuti siamo diventati noi stessə i contenuti da condividere e, soprattutto, vendere. Se, come dicevo su, il concetto di network è stato sostituito con quello di media, è perché i social sono fondamentalmente piattaforme il cui scopo principale è diventato quello di pubblicizzare e vendere qualcosa, non più quello di avvicinare le persone, né quello di permettere di utilizzare i propri spazi digitali con lentezza.

 

Abbiamo pensato di riaprire questo blog e recuperare uno spazio in cui riprenderci il tempo lento che i social ci hanno in qualche modo sottratto. Approfondiremo gli argomenti riguardanti il futuro del TEDx pisano e, nel frattempo, recupereremo i ricordi della scorsa edizione: nelle prossime settimane ripercorreremo insieme gli speech del 2023, ispirati al tema No one is an island.